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ALCUNE INFORMAZIONI SU DI ME

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Torino , Italy
Da 13 anni sono referente per la dislessia, da 3 Funzione Strumentale per l'inclusione del mio istituto. Insegno da 26 anni nella scuola primaria. Dal 2019 collaboro con l'associazione O.S.D a.p.s ( Organizzazione a Sostegno dei Disturbi dell'età evolutiva) come referente per il Piemonte e la Valle d'Aosta ( osdpiemonte@gmail.com ) Sono autrice della favola "Lucertolina e Mirtillina" del libro per bambini sui DSA "Abracadabra Lucertolina". Alcune mie favole sono state pubblicate in altri due libri per bambini editi dalla casa editrice Mammeonline; curo il forum D.S.A su un sito per mamme;ho relazionato ad incontri e convegni sui disturbi specifici dell'apprendimento. Ho presentato il libro sui D.S.A, di cui sono coautrice, al Salone del Libro di Torino. Ho conseguito la specializzazione polivalente presso l'Istituto G Toniolo di Torino, con il massimo dei voti.

domenica 18 novembre 2012

CIRCOLARE REGIONE PIEMONTE N° 547

La circolare ha per oggetto DIRITTO ALLO STUDIO DEGLI ALUNNI CON DSA:RICOGNIZIONE DELLE PIU' RECENTI PRONUNCE GIURISPRUDENZIALI.

Consiglio la lettura della Circ Reg in quanto riporta diverse sentenze del TAR da cui è possibile trarre risposte a numerosi dubbi di docenti e genitori.

Spesso i colleghi mi chiedono se è possibile bocciare un alunno con DSA qualora non abbia raggiunto gli obiettivi minimi.

 Altri sostengono che per legge un alunno con diagnosi DSA non possa essere bocciato e se l'insegnante lo fa va incontro a ricorsi da parte della famiglia.

Nelle sentenze del Tar riportate nella Circ Reg, è chiaro che un alunno con DSA è un bambino con gli stessi doveri degli altri, semplicemente apprende attraverso strategie e percorsi diversi.
Se la scuola lo mette in grado di apprendere e lui non raggiunge gli obiettivi, vuoi per un motivo, vuoi per un altro, è possibile non ammetterlo alla classe successiva

Spesso le famiglie che si rivolgono al Tar vincono il ricorso in quanto la scuola ha avuto dei comportamenti omissivi, ad esempio non ha stilato un PDP, non ha utilizzato gli strumenti dispensativi /compensativi o non ha dimostrato di averli fatti usare, non c'è stata collaborazione con i servizi sanitari e con la famiglia. In sintesi non ha rispettato le indicazioni stabilite dalla legge.
Quindi è obbligatorio applicare la legge e dimostrare di averlo fatto attraverso relazioni, PDP e verbali. Tutto dev'essere documentato, perché in caso di ricorso al TAR, si fa riferimento a quanto scritto  nero su bianco, lo stesso vale di fronte a un rifiuto della famiglia.

 Faccio un esempio, l'insegnante nota che il bambino ha delle difficoltà e consiglia alla famiglia di rivolgersi ai servizi sanitari per approfondire il problema, la famiglia prende tempo o rifiuta....tutto ciò dev'essere verbalizzato sul registro di classe, dell'insegnante e della progettazione oltre che nei verbali dei vari Consigli di Classe.

I genitori sono liberi di scegliere di non proseguire l'indagine, è un loro diritto, ma il docente deve, comunque tutelarsi, dichiarando che il problema, da parte della scuola, non è stato sottovalutato. Questo perché è accaduto che alcune famiglie, soprattutto negli ordini di scuola superiore, quando il problema diventa più grave, abbiano accusato i docenti dell'ordine di scuola inferiore di non averli mai informati della difficoltà del figlio. In certi casi ci sono anche state denunce per tale mancanza.

Ci sono stati anche casi in cui la scuola ha dimostrato di aver tenuto conto delle caratteristiche degli alunni e di aver applicato la normativa, in quel caso il Tar si è espresso a favore della scuola giudicando legittima la bocciatura . Le sentenze del TAR fanno sempre riferimento ai verbali del Consiglio di Classe, in quanto costituiscono atto pubblico, quindi non contestabile. La sentenza elenca addirittura gli strumenti che i docenti hanno dimostrato di utilizzare per promuovere il raggiungimento degli obiettivi.Inoltre dev'essere dimostrato il non raggiungimento degli obiettivi attraverso verifiche di recupero.

Alcune sentenze hanno anche evidenziato come la famiglia non sia stata collaborativa con la scuola che non è stata presente e partecipe all'organizzazione degli adempimenti scolastici. In pratica, la scuola ha stilato il PDP che è un patto educativo con la famiglia, è controfirmato dai genitori che s'impegnano a seguire il figlio secondo le indicazioni date dalla scuola, non applicare quanto stabilito dal patto educativo può anche essere considerato causa del non raggiungimento degli obiettivi.

La Circolare precisa, inoltre che :

LA LEGGE 170 E' FINALIZZATA A GARANTIRE IL SUCCESSO FORMATIVO E NON A GARANTIRE SEMPRE E COMUNQUE LA PROMOZIONE ALLA CLASSE SUCCESSIVA.

http://www.dirittoscolastico.it/u-s-r-piemonte-circolare-n-547-del-06-novembre-2012/

sabato 10 novembre 2012

ISTITUTI COMPRENSIVI E PASSAGGI DELLA DOCUMENTAZIONE DSA

Spesso ci sono pareri contrastanti sulle procedure da seguire quando un alunno di un istituto comprensivo deve passare da un ordine di scuola a quello successivo.
C'è chi sostiene che , essendo la segreteria unica,il passaggio della diagnosi e del pdp, debba essere automatica, pertanto i docenti del nuovo ordine di scuola ne sono messi automaticamente al corrente.

Altri sostengono che, anche se la segreteria è la stessa, dev'essere la famiglia a richiedere il passaggio della documentazione in quanto si tratta di passaggio da un ordine di scuola all'altro.

E' sempre la famiglia che decide se e a chi comunicare le informazioni relative allo stato cognitivo e d'apprendimento del proprio figlio.

Esistono famiglie, che, per le ragioni più diverse, decidono di non far sapere ai docenti degli ordini successivi, il DSA del proprio figlio. E' ovvio, che in caso simile, se le informazioni dovessero uscire dai cassetti della segreteria dove sono depositate, si rischierebbe una bella querela.

In merito i Dirigenti Scolastici, dovrebbero informare i docenti delle corrette procedure da seguire.

Può succedere che i docenti dell'ordine superiore, trovandosi di fronte a un bambino in difficoltà, chiedano informazioni sull'esistenza di una diagnosi, ai colleghi o alla segreteria dell'ordine inferiore....Trattandosi di dati sensibili nessuno deve dare informazioni.

Cosa deve fare il docente che ha dei sospetti?

Per prima cosa deve convocare la famiglia e indagare sul trascorso scolastico dell'alunno, spesso durante tale confronto la famiglia dichiara se il bambino ha una diagnosi DSA o meno, in quel caso bisogna informarla che deve richiedere alla segreteria il passaggio della documentazione. Qualora il ragazzino non avesse una diagnosi, si può valutare l'eventualità di indagare le motivazioni di un apprendimento scadente e difficoltoso.

Cosa deve fare la famiglia?

La famiglia deve sempre e comunque dichiarare per iscritto, le sue intenzioni, sia che voglia il passaggio della documentazione, sia che desideri non far sapere nulla.

Il consiglio, comunque, è che di fronte a un DSA, tutti i docenti siano informati dello stato del ragazzo, al fine di attuare un percorso di apprendimento/insegnamento il più efficace possibile

sabato 29 settembre 2012

CHE COSA SIGNIFICA INSEGNARE ATTRAVERSO GLI INDICI TESTUALI?

L'uso degli indici testuali è una metodologia che andrebbe usata (molti docenti lo fanno) con gli alunni di ogni ordine e grado e in qualunque situazione cognitiva in quanto permette di apprendere attraverso l'osservazione, l'anticipazione e la formulazione di ipotesi.

Gli indici testuali, in parole povere, sono tutte quelle informazioni che ci fornisce il testo a colpo d'occhio: le immagini, i titoli, le didascalie, le parole scritte con colori e caratteri diversi...
confrontandosi coi compagni sul perchè di certe immagini, leggendo le didascalie e le parole evidenziate, inizia a sperimentare senza apprendere in modo menemonico o schematico.

Il fare per imparare è la condizione principale affinchè si realizzi l'apprendimento nei ragazzi con DSA, in quanto per loro la memorizzazione non è efficace, come può non esserlo l'esecuzione puramente meccanica.

Agli indici testuali si può far seguire la costruzione di schemi o mappe

mercoledì 19 settembre 2012

PEI O PDP?

Prima di tutto è necessario conoscere la differenza tra i due documenti.

 Il PEI (PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO) riguarda la progettazione di una programmazione individualizzata dove gli obiettivi, generalmente, sono diversi da quelli del gruppo classe in quanto vengono semplificati e ridotti. Solitamente il PEI si stila per tutti quei soggetti che rientrano nella legge 104 del 92 e per i quali viene prevista l'insegnante di sostegno. Il PEI è collegato al PDF (PIANO DINAMICO FUNZIONALE)


Il PDP (PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO) riguarda la PERSONALIZZAZIONE del percorso didattico per il raggiungimento degli obiettivi e non l'INDIVIDUALIZZAZIONE. Personalizzare significa adattare il modo di insegnare al modo di apprendere del bambino che abbiamo davanti. Un alunno con DSA apprende per canali diversi pertanto ha bisogno di strumenti, metodologie e attenzioni particolari. Gli obiettivi, però, non vengono modificati, restano gli stessi del gruppo classe in cui è inserito. Cambiano gli strumenti, cambiano le modalità, cambiano i tempi e le modalità di verifica...

Che cosa fare in caso di EES?
La cosa da fare è leggere le indicazioni date dagli specilisti. Se parlano di "necessità di una programmazione individualizzata" bisognerebbe redigere il PEI, ma in questo caso si sconfina nella 104 e quindi nella richiesta di un sostegno.

Se parlano di "percorso personalizzato" si deve redigere il PDP.

La cosa migliore, nel dubbio, è chiedere sempre consiglio agli specilisti che hanno valutato il bambino. La cosa certa è che un bambino con EES deve avere il suo documento in cui viene specificato il percorso didattico che gli insegnanti intendono seguire.
Mentre la legge 170 per i DSA pone l'obbligo per la compilazione, gli altri EES non hanno una normativa che stabilisca un procedimento preciso, pertanto è necessario che i genitori chiedano consiglio allo specialista in merito al percorso da seguire e al tipo di documento da richiedere alla scuola.

pdp e bisogni educativi speciali

Copio e incollo direttamente dal sito della regione Piemonte:

http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2007/52/suppo1/00000001.htm

  • Art. 15.

(Interventi per l’integrazione scolastica degli alunni disabili o con esigenze educative speciali)
 
2. Gli interventi di cui al presente articolo sono attivati nell’ambito degli indirizzi regionali di cui al comma 1, anche in collaborazione con le famiglie, attraverso una programmazione coordinata dei servizi e delle attività scolastiche per la predisposizione di un piano educativo individualizzato, al quale possono concorrere altri soggetti pubblici e privati.

(Legge regionale 28 dicembre 2007, n. 28. Norme sull’istruzione, il diritto allo studio e la libera scelta educativa)




  • estratto DGR n. 18−10723 del 9.2.2009 e  n. 13−10889 del 2.3. 2009  

Gli alunni con Esigenze Educative Speciali sono soggetti che necessitano di specifica programmazione educativa e che risultano così valutati dai Servizi di Neuropsichiatria Infantile o da Struttura Specialistica del SSN entro il 31/12 dell'anno scolastico di riferimento :

PATOLOGIA CODIFICATA SECONDO CLASSIFICAZIONE ICD 10 DELL'OMS:

Sindromi e disturbi da alterato sviluppo psicologico (codici da F80 a F89)

F 80 Disturbo evolutivo specifico dell'eloquio e del linguaggio

F 81 Disturbo evolutivo specifico delle abilità scolastiche (Comprende Dislessia) (D.S.A.)

F 82 Disturbo evolutivo specifico delle abilità motorie

F 83 Disturbi evolutivi specifici misti

F 88 Altre sindromi e disturbi da alterato sviluppo psicologico

F 89 Sindromi e disturbi non specificati da alterato sviluppo psicologico

Sindromi ipercinetiche (comprende ADHD)

F 90.0 Disturbo dell'attività e dell'attenzione

F 90.1 Disturbo ipercinetico della condotta

F 90.8 Sindrome ipercinetiche di altro tipo

F 90.9 Sindrome ipercinetica non specificata

DEFICIT COGNITIVO

Livello intellettivo con QI compreso indicativamente tra i valori 70 ed 84 (codificato nel Sistema Npi.net con il codice QXX: Capacità cognitive al limite QI da 70 a 84.


Il DRG

mercoledì 22 agosto 2012

INDICAZIONI PER LA DIAGNOSI E LA CERTIFICAZIONE DIAGNOSTICA PER I DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO dsa


Con nota del 24 luglio 2012 il Ministero dell’istruzione ha reso disponibile le disposizioni in merito alle diagnosi. L’intera nota è consultabile al seguente siti www.statoregioni.it

I punti salienti:

1.       La diagnosi dev’essere tempestiva e richiesta dopo che la scuola ha verificato, attraverso attività di recupero, che non c’è miglioramento e persistono le difficoltà tra il bambino e il gruppo classe.

2.       Le Regioni si attivano affinché la diagnosi sia precoce

3.       Le asl e i centri accreditati devono produrre le diagnosi entro il 30 marzo per gli alunni che devono frequentare gli esami di stati. Per gli altri la diagnosi può essere rilasciata in qualunque momento dell’anno.

4.       Se le asl e i centri accreditati non riescono produrre la documentazione entro i termini richiesti, le regioni possono accreditare nuovi centri privati, questo al fine di non avere oneri a carico dello Stato.

5.       I centri accreditati devono rilasciare una diagnosi in cui sia specificato il percorso diagnostico secondo i criteri stabiliti dalla Consensus Conference.

6.       La diagnosi deve contenere un codice di categoria diagnostica e indicazioni indispensabili per la stesura della programmazione

7.       La diagnosi va rifatta ogni volta che il soggetto passa a un nuovo ordine di scuola, comunque mai prima di 3 anni

8.       All0accordo viene allegato un modello di diagnosi in modo da uniformare il territorio nazionale affinché le diagnosi siano chiare su tutto il territorio italiano.

9.       La diagnosi viene trasmessa alla scuola per via telematica previa autorizzazione della famiglia

Sul sito dell’AID è possibile leggere il commento del prof Stella al nuovo decreto legislativo http://www.aiditalia.org/it/conferenza_stato_regioni_25_luglio_2012_stabilito_il_percorso_di_diagnosi_dsa.html

USARE IL PC A SCUOLA

Durante l'estate ho letto alcuni libri sui DSA di cui il più pratico e interessante è stato " Competenze compensative" di FAGAROLO - SCAPIN edito dalla Erickson.

Nel testo vengono forniti consigli pratici sull'uso dei vari strumenti, in particolare del computer.

Le stesse linee guida danno come indicazione l'uso del computer a partire dalla scuola primaria per compensare difficoltà quali l'ortografia o la disgrafia. Il problema però è che per poter usare completamente il pc come strumento il bambino dovrebbe possedere un'ottima competenza e un automatismo di scrittura al pari dei compagni perché in caso contrario rischierebbe di commettere errori di battitura pertanto sarebbe difficile comprendere se gli errori commessi sono legati a una competenza scarsamente sviluppata nell'uso della strumento o al disturbo specifico dell'apprendimento, il problema iniziale, quindi,  non verrebbe superato ma, addirittura, acutizzato. Inoltre un mancato automatismo nell'uso del pc significherebbe una maggiore lentezza di esecuzione che andrebbe a sommarsi alla già esistente lentezza fisiologica.
La domanda che sorge spontanea è "cosa fare per aiutare il bambino?"
La prima cosa è insegnargli l'uso corretto del computer, non tanto l'uso dei vari programmi quanto quello della tastiera. Il bambino, per essere davvero competente e usare questo strumento come strumento compensativo, efficace in tutto e per tutto, deve poter scrivere velocemente, usando le 10 dita e senza guardare la tastiera. A tal fine è necessario che le insegnanti programmino, per i primi mesi di scuola, delle attività in cui insegnare al bambino l’uso della tastiera. Per fare ciò, poiché c’è un’intera classe da seguire, è necessario utilizzare le ore di contemporaneità, laddove essere esistono ancora, come, ad esempio, in alcuni tp. Dove le ore di contemporaneità sono state abolite a causa della riforma, e ci sono volontari che supportano il lavoro delle insegnanti, si possono usare le ore di queste persone. In casi diversi, se non si riesce a ritagliare uno spazio da dedicare esclusivamente al bambino, è necessario demandare questo compito alla famiglia progettando insieme il percorso da seguire. In ogni caso la famiglia deve avere il suo ruolo e intervenire con esercizi di rinforzo e di continuità affinché il bambino apprenda la competenza il più velocemente possibile. Bastano 10 minuti al giorno purché costanti.

Per l’apprendimento dell’uso della tastiera esistono programmi di cui alcuni free:
PROGRAMMA 10 DITA: cercate su google 10dita (tutto attaccato)  oppure lo trovate allegato al testo “Il computer di sostegno ”di F FOGAROLO edito da Erickson.  Il percorso consiste in circa 61 lezioni
Altro programma è il TUTORE DATTILO  di cui potete avere maggiori informazioni accedendo al sito di Mauro Rossi al seguente indirizzo  http://www.maurorossi.net/tutoredattilo/


martedì 17 luglio 2012

RIAPERTURA DEL SERVIZIO LIBROAID

Ricevo dall'AID e pubblico volentieri:  Gentile Socio,


____________________________________________

Caro socio,
> nel corso di questi anni, grazie al prezioso contributo della Fondazione

> Telecom Italia, il servizio LibroAID è stato accessibile in maniera del

> tutto gratuita per coloro che ci hanno fatto richiesta dei testi

> scolastici in formato digitale. Anche quest’anno il servizio sarà erogato

> a tutti gratuitamente: dal prossimo anno scolastico 2012/2013, le

> procedure di accesso subiranno alcune modifiche, con l’intento – che

> sempre contraddistingue l’operato dell’Associazione - di porre al centro

> della nostra attenzione le famiglie e le persone, ovvero i diretti

> destinatari del servizio stesso.

>

> Infatti, l’accesso al servizio di richiesta e fornitura dei testi digitali

> sarà possibile ai soli genitori o tutori di alunni minorenni (così come

> agli utenti maggiorenni) in possesso di una diagnosi di DSA, che abbiano

> acquistato il testo in formato cartaceo.

> Il servizio, dedicato alle famiglie di minori con Disturbi Specifici

dell’Apprendimento

> ed ai dislessici adulti, sarà inoltre affiancato dal valido supporto delle

> scuole, che - non avendo più il compito di richiedere i libri digitali per

> conto dei propri alunni e studenti – rappresenteranno, insieme alle

> Sezioni locali dell’Associazione, un punto di riferimento diretto sul

> territorio per coloro che potrebbero necessitare di un sostegno nell’uso

> del servizio informatizzato.

> Le ricordiamo che il servizio è attualmente in riapertura e lei potrà

> accedere usando le credenziali (nome utente e password) che usa per

> accedere all’area riservata di AIDITALIA.ORG

>

> Inoltre, nell’ottica di continuo miglioramento perseguito dall’AID per

l’erogazione

> dei propri servizi, LibroAID – già dal prossimo anno scolastico – attiverà

> il sistema di download dei libri: con questo nuovo progetto, che vedrà

> prossimamente la sua concreta realizzazione, i diretti interessati saranno

> in grado di scaricare direttamente da casa i testi in formato digitale,

> semplicemente accedendo dal proprio personal computer al sito

> www.libroaid.it, e seguendo la procedura guidata.

> Il sistema di protezione SOCIAL DRM attivato su questi prodotti editoriali

> digitalizzati, impedendo la copia illegale del testo in PDF, consente al

> fruitore del servizio l’applicazione dei software compensativi normalmente

> utilizzati dagli studenti dislessici (sintetizzatori vocali, programmi per

> la creazione di mappe concettuali, etc. etc.), software diversamente non

> applicabili ai normali libri digitali in vendita online.

> Oltre ai testi scolastici, sarà possibile, per tutti gli iscritti,

> scaricare gratuitamente dal nostro sito www.libroaid.it oltre 300

> audiolibri di narrativa.

>

> Tutto questo è stato reso possibile grazie alla sensibilità delle case

> editrici De Agostini Scuola, Oxford University Press, Zanichelli,

> Tredieci, Bulgarini, Itaca, Edizioni Dehoniane, che hanno aderito al

> nuovo progetto per l’implementazione del sistema di download dei testi

> digitali, e da Fondazione Telecom Italia che finanzia per il prossimo anno

> scolastico per 221.000 euro.

>

>

> Siamo certi che l’utilizzo di questo innovativo servizio pensato per le

> persone con DSA incontrerà il favore proprio di coloro per i quali è stato

> concepito: lo snellimento delle procedure e la riduzione dei tempi di

> attesa per la consegna dei testi; la sinergia degli editori che hanno

> creduto con noi al progetto ed hanno compiuto questo importante passo con

> LibroAID, rappresentano quella semplificazione utile e necessaria che da

> tempo sentivamo di dover offrire a Voi tutti.

> Siamo altrettanto certi che Lei non mancherà di sfruttare al meglio questa

> straordinaria opportunità offertaLe come Genitore, permettendoci di

> ottenere quei riconoscimenti a supporto del progresso dei nostri

> servizi – che auspichiamo di offrire sempre gratuitamente ai nostri

> stakeholder più diretti – da parte della platea di donatori e partner che

> affianca l’Associazione Italiana Dislessia e la Biblioteca Digitale.

>

> Vi ricordiamo inoltre che tutte le guide di supporto al corretto utilizzo

> di registrazione e prenotazione dei testi sono disponibili sul sito

> www.libroaid.it e per qualsiasi informazione di carattere generale potete

> rivolgervi al Presidente AID della propria sezione di riferimento. Per

> trovare il Presidente di Sezione più vicino, è sufficiente cliccare nella

> pagina del sito AID nazionale

> http://www.aiditalia.org/it/aid_in_italia.html, selezionare la propria

> regione e la provincia di residenza.

>

>

>

> LibroAID - Biblioteca Digitale “Giacomo Venuti”

> Responsabile del Progetto “LibroAID”

> Giacomo Stella

> Andrea Montanaro

>

venerdì 27 aprile 2012


Ho ricevuto questa mail indirizzata ai referenti DSA, pertanto ve la incollo affinchè ne siate informati:



"Si comunica che, nell'ambito dei "Giovedì pedagogici" organizzati dall'UTS -

Necessità Educative Speciali - è stato programmato per giovedì 3 maggio, dalle 15 alle 18, presso l'ITC Arduino - Via Figlie dei Militari 25 - un incontro sul nuovo software IPERMAPPE prodotto dalla Erickson, presentato dal Dott. Stefano Franceschi.
Questo software è uno strumento utile per sostenere lo studio e l'apprendimento sia come strumento compensativo per allievi con Disturbi Specifici di Apprendimento, che come strategia di facilitazione nello studio per tutti gli studenti. Il software consente di costruire in modo semplice e intuitivo delle «ipermappe», per un efficace e autonomo metodo di studio.
L'incontro è aperto a docenti, genitori e tutor doposcuola. Si pregano pertanto i referenti di volerne dare sollecita comunicazione alle famiglie.

Per ulteriori informazioni sui "Giovedì pedagogici" consultare il sito http://www.necessitaeducativespeciali.it/

Cordiali saluti.

Antonietta Centolanze (referente Rete Hc) "




La sottoscritta ha già provveduto a richiedere al dirigente che inviti i docenti con alunni DSA a darne comunicazione alle famiglie


































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codici DSA

Sulle diagnosi vengono riportati dei codici che si riferiscono ai vari DSA.
La classificazione riporta la segunte sigla ICD-10 seguita dai seguenti codici:

F81.0 DISLESSIA
F81.1 DISORTOGRAFIA
F81.2 DISCALCULIA
F81.3 DISTURBI MISTI DELLE ABILITA' SCOLASTICHE

Sulle diagnosi potete trovare sia il codice con accanto la dicitura che il semplice codice di riferimento.

Ricordo che la famiglia non è tenuta a depositare tutta la documentazione riportante i parametri e i risultati dei test in quanto sono dati sensibili che non interessano alla scuola.

Alla scuola dev'essere rilasciata copia della diagnosi in cui si attesta il tipo di DSA e vengono date indicazioni di carattere metodologico.

Se un documento rilasciato da una struttura privata viene allegato alla diagnosi rilasciata dall'asl ha valore quest'ultima, ossia, se nella copia del centro privato ci sono dati poco chiari o leggibili la scuola deve, comunque, tener conto dell'attestazione dell'asl che conferma quanto dichiarato dallo specialista privato

giovedì 19 aprile 2012

DIFFICOLTA' DI COMPRENSIONE DEL TESTO: DSA O NO?

Giacomo Stella ha risposto alla domanda di un'insegnante che all'incontro di Grugliasco del 19 aprile gli chiedeva se tale difficoltà rientra o meno nei DSA.




"La comprensione del testo coinvolge compiti complessi di cui non si conoscono ancora, in modo approfondito, le componenti. Per poter comprendere bisogna possedere un buon lessico e il lessico si acquisisce e arricchisce leggendo, pratica difficile per un dislessico; la comprensione richiede una capacità inferenziale e una memoria di lavoro che permette di mettere in relazione più elementi che fanno parte del testo. I bambini che ricevono maggiori stimoli dalla famiglia e dall'ambiente socio culturale hanno, in genere, buone capacità di comprensione, ciò funziona molto bene coi testi narrativi ma non funziona con testi problematici o di altra natura.




I bambini DSA possono presentare una buona capacità di comprensione durante la scuola primaria e avere una caduta negli ordini di scuola successivi, questo per la caratteristica dei testi su cui si lavora, sulla loro complessità e lunghezza.


Il disturbo della comprensione del testo, quindi, esiste ma non è riconosciuto perchè ci sono ancora molte ipotesi e incertezze." (G Stella)




Pertanto, un disturbo della comprensione può essere una conseguenza della dislessia ma , attualmente , non rientra nei DSA, può essere riconosciuto come EES, gli insegnanti devono,comunque, mettere in atto strategie specifiche ponendo attenzione a come il testo stesso viene presentato, assicurarsi che il bambino abbia uan buona padronanza del lessico presentato e possieda una buona memoria di lavoro. Individuati i punti di caduta (in genere emergono facendo i test cognitivi ma anche attraverso un'attenta osservazione è possibile comprendere cosa non funziona) si lavorerà con attività mirate e di rinforzo.


Mi permetto di aggiungere che, in base a quanto spiegato dal professore, una persona che non comprende un testo non ha, necessariamente un quoziente intellettivo basso. Purtroppo il pregiudizio cattiva comprensione del testo = scarse capacità intellettive è piuttosto comune!


Invito a non essere superficiali e a considerare che dietro a uno scarso rendimento possono esserci molte motivazioni non necessariamente legate a capacità cognitive scadenti

sabato 14 aprile 2012

PDP PER ALUNNI CON ADHD

copio e incollo da "BOLLETTINO AGORA' AIFA ONLUS "

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Ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali Loro Sedi


Oggetto: Piano Didattico Personalizzato per alunni con ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività).


Si fa seguito alla circolare n° 4089 del 15 giugno 2010, con la quale sono state fornite puntuali indicazioni riguardo alla integrazione scolastica degli alunni affetti da ADHD ( Disturbo da deficit di attenzione/iperattività ) e, al fine di agevolare ulteriormente gli operatori scolastici che si trovano ad affrontare le problematiche derivanti dalla presenza di tali alunni nelle classi, si richiama l'opportunità che ciascuna istituzione scolastica interessata rediga un Documento Personalizzato per gli alunni affetti da tale disturbo così come previsto per ì soggetti con disturbi specifici dell'apprendimento ( DSA ).

Come è noto, infatti, la didattica personalizzata, anche sulla base di quanto indicato
nella Legge 53/2003 e nel Decreto legislativo 59/2004, calibra l'offerta didattica attraverso l'impiego di una varietà di metodologie e strategie didattiche, tali da promuovere le potenzialità e il successo formativo in ogni alunno. L'uso dei mediatori didattici, l'attenzione agli stili di apprendimento, la adozione degli interventi sulla base dei livelli raggiunti, si pongono nell'ottica di promuovere un apprendimento significativo , anche con l’introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonché misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere.

II documento di cui sopra dovrebbe appunto contenere, oltre ai dati anagrafici dell'alunno, l'indicazione degli strumenti compensativi/dispensativi adottati nelle diverse discipline, al fine di garantire il successo formativo, nonché le modalità di verifica che si intendono adottare. Tale documento dovrà essere inoltre redatto entro il termine massimo del primo trimestre in collaborazione con la famiglia dell' alunno e i Centri di diagnosi e cura per l'ADHD presenti sul sito dell'Istituto Superiore di Sanità ovvero la Unità Sanitaria competente per territorio, e successivamente ridiscusso in corso d'anno per rivedere e riformulare il relativo piano didattico.

Si sottolinea infine l'esigenza che tale documentazione venga trasmessa dagli insegnanti al team docente dell'ordine di scuola successivo per garantire la continuità delle valutazioni e delle azioni da adottare,

Le segreterie didattiche sono incaricate di segnalare tempestivamente ai responsabili di classe ogni nuova certificazione /anche in corso d'anno, che documenti eventuale comorbilità.

Si ribadisce inoltre l’importanza, già rilevata con circolare prot.7373 del 17.11.2010 emanata dalla scrivente Direzione Generale, della precoce individuazione del disturbo a partire dalla Scuola dell'Infanzia, in modo da consentire alle istituzioni scolastiche di intervenire in modo adeguato aiutando il bambino a sostenere una buona scolarizzazione.

Si sarà grati alle SS.LL se vorranno curare la diffusione della presente nota circolare presso le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado di competenza.

Il Dirigente
Antonio Cutolo
Viale Trastevere. 7S/A-00153 Roma-Tel. 06 S849-2792 Fax 06 5849-2471
e mail : destudenteufficio@istruzione.it

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Questa circolare serve a chiarire le idee a molti di quei colleghi che si sono trovati in seria difficoltà nel decidere se il PDP andava stilato anche per coloro che non avevano una diagnosi DSA. Io ho sempre ribadito che esso è un documento che tutela i bambini con difficoltà e andrebbe fatto sempre, in particolar modo per coloro che si apprestano a frequentare un nuovo ordine di scuola. Tale circolare ribadisce i concetti che ho sempre espresso, inoltre, essendo gli ADHD e i DSA degli EES è logico e automatico che il PDP si debba stilare per TUTTI i bambini che ricevono una certificazione di bisogni educativi speciali (EES).
Per quanto concerne i modelli gli insegnanti possono adattare quelli previsti i DSA , l'essenziale è che il documento spieghi il percorso didattico ed educativo che s'intende seguire e il patto educativo che si stabilisce con la famiglia. Una volta che il PDP viene sottoscritto da scuola e famiglia va rispettato da entrambe le istituzioni e non esistono scuse nella non applicazione di strumenti e metodologie.

REGIONE PIEMONTE: ISEE E RIMBORSI DSA

La regione Piemonte, come ogni anno, istituisce degli assegni di studio (LR 25/07 ) e delle borse di studio a.sc 2011-2o12 + fornitura libri di testo a.sc 2012-13 per tutti coloro che hanno l'ISEE che varia da 0 a 10.632.94 euro e a ISEE non superiori a 40.000 euro



Per chi ha la L 104 o la certificazione di EES e DSA e un ISEE inferiore a 40000 euro può richiedere il rimborso dei materiali specifici finalizzati alla didattica.


Le scuole distribuiscono a TUTTI gli alunni una circolare in cui s'informa delle condizioni stabilite dalla Regione Piemonte per usufruire dei rimborsi, degli assegni e delle borse di studio ma non si fa riferimento alla L 104, agli EES e ai DSA pertanto chi ha un ISEE basso deve richiedere il modulo unificato alla scuola e chi ha un figlio che rientra in una delle tre categorie di cui sopra deve cercare la voce specifica sul modello

Chi ha in ISEE superiore ai 40000 euro non ha diritto ad alcun rimborso

lunedì 20 febbraio 2012

LE TABELLINE

Le tabelline sono l'incubo di generazioni di alunni. In realtà bisogna far comprendere che esse sono semplicemente una strategia di calcolo per eseguire velocemente le moltiplicazioni. Compito dell'insegnante è fornire dei metodi per raggiungere gli obiettivi ma non è detto che la strategia che funziona con uno funzioni anche con gli altri perché ognuno di noi ha modi di apprendimento personali.
Una prima strategia da insegnare è che la moltiplicazione e quindi la tabellina, altro non è che la "scorciatoia" dell'addizione ripetuta, strategia utile se ad un certo punto non si ricorda un prodotto o una sequenza, se il bambino sa che basta fare l'addizione ripetuta, è in grado di proseguire il calcolo. E' ovvio che il procedimento è più lento ma se l'obiettivo è quello di trovare il risultato di una moltiplicazione è giusto che il bambino lo trovi con il sistema a lui più congeniale. Questo vale soprattutto per i bambini con DSA che apprendono in modo diverso dai cananoni tradizionali.
Che senso ha accanirsi affinché imparino a memoria le tabelline?
Che senso ha pretendere che un bambino che ha difficoltà di memoria impari in quel modo le tabelline?
Bisogna insegnare la strategia di calcolo, bisogna insegnare la strada per arrivare al risultato anche se più lunga di quella tradizionale. E' vero che ai bambini con DSA è concesso l'uso della tavola pitagorica ma è altrettanto vero che ci sono diverse forme di discalculia e l'insegnante, come il genitore, devono provare ad insegnare delle strategie che stimolino la mente. Questo non significa che la tavola pitagorica o la calcolatrice non devono essere concesse, anzi!
Il bambino deve imparare che per contare deve usare uno strumento primordiale che madre natura gli ha concesso da sempre, le dita! Le dita sono un ottimo aiuto anche per trovare strategie che possono aiutare a ricordare i prodotti.
Io ne ho insegnati un paio a un bambino che sta studiando le prime tabelline.Lui non è discalculico ma non ha una memoria immediata pertanto fatica un po' .
Per la tabellina del 2 gli ho spiegato che le mani sono come uno specchio e se faccio 2X1 alzo il primo dito di entrambe le mani e leggo quante dita ho alzato. 2X2 alzo indice e pollice di entrambe le mani e vedo quante dita ci sono in tutto....così fino a 5X2. quando bisogna fare 2X6 si procede da capo come prima ma bisogna ricordare che prima di dire il prodotto bisogna metter davanti la decina, cioè, 2X6 alzo i due pollici perché il pollice è anche quello che alzo quando conto 6, vedo due se davanti gli metto 1, cioè la decina fa 12. In questo modo, che spiegato sembra complicato, ha imparato velocemente la tabellina.
Per la tabellina del 4 gli ho spiegato che i primi due prodotti sono solo unità, il terzo e il quarto hanno 1 decina, il quinto, sesto e settimo hanno 2 decine e come unità le stesse dei primi tre prodotti , l'ottavo e il nono hanno 3 decine.... Ciò che il bambino deve visualizzare è la posizione dei prodotti sulle dita e l'associazione della composizione del numero alle dita.
Ci sono bambini che riescono in questo processo di visualizzazione e bambini per cui risulta difficile, bisogna provare e verificare cosa succede!
Altro sistema sono le moltiplicazioni turche che potete imparare guardando questo sito http://blog.edidablog.it/blogs//index.php?blog=301&title=la_moltiplicazione_sarda_o_turca&more=1&c=1&tb=1&pb=1.
Alcune persone ritengono che lo studio di filastrocche in cui vengono inseriti i prodotti della tabellina da studiare siano un aiuto, in realtà sono una fatica ulteriore soprattutto per quei bambini che presentano difficoltà nella memorizzazione in quanto oltre ai numeri bisogna imparare frasi, rime e associazioni . L'invenzione di rime associate alle tabelline può essere efficace se è il bambino stesso a inventarle creandosi immagini mentali, ma i prodotti preconfezionati difficilmente sono efficaci. In alcuni casi funzionano se alle filastrocche sono associate delle immagine evocative del risultato.
In ogni caso studiare tabellina e filastrocca contemporaneamente può non dare il risultato sperato e frustrare ulteriormente bambino e famiglia!
Questa è la mia opinione a cui sono giunta attraverso sperimentazioni sul campo!

domenica 22 gennaio 2012

CONVEGNO IVREA, LEGGE 170: APPUNTI 3

PDP
DOTTORESSA ARDISSINO, PSICOPEDAGOGISTA , FORMATRICE AID

La dottoressa ha illustrato la funzione del pdp

P= progetto
D= didattico cioè miglioramento del processo d'insegnamento/apprendimento in efficacia ed efficienza
P= personalizzato nella metodologia , nei tempi e nella progettazione a casa

Il PDP riguarda la programmazione che deve diventare flessibile essa non si deve discostare da quella della classe e gli obiettivi devono restare gli stessi. Quindi non cambia niente ripsetto a ciò che faccio con la classe anche in considerazione del fatto che gli strumenti concessi ai DSA possono essere utilizzati da tutti.
Il pdp illustra gli interventi degli insegnanti che devono essere commisurati sul bambino.
Il pdp prevede la flessibilità didattica.

Che cosa significa personalizzare gli obiettivi?
Significa aver ben presente i punti di forza e debolezza del bambino e progettare il percorsa su quelli. Significa prendersi cura dell'aspetto emotivo-motivazionale e relazionale che interviene durante la fase di apprendimento.

Il PDP è un contratto tra scuola e famiglia e come tale va rispettato da entrambe le parti , oppure con il ragazzo stesso qualora sia maggiorenne e firma il proprio PDP.

MODELLI:
le scuole sono libere di scegliere e crearsi i modelli che preferiscono, l'AID ha proposto il suo .
Se la diagnosi arriva in corso d'anno gli ingegnanti devono provvedere all'immediata stesura del documento.
Per redarre il Pdp sono necessari confronti con gli specialisti, la famiglia e gli insegnanti degli ordini di scuola precedente al fine di poter descrivere e capire il funzionamento delle abilità strumentali e le procedure deficitarie

Come posso modificare l'obiettivo tenendolo, però simile a quello della classe?

Ad esempio se consideriamo “Saper scrivere testi in modo ortograficamente corretto” posso modificarlo in “Saper scrivere testi” L'obiettivo relativo alla scrittura e alla comunicazione viene mantenuto si modifica solo l'aspetto ortografico che in un disrtografico non potrà essere raggiunto

PERCHE' GLI STRUMENTI COMPENSTAIVI SONO IMPORTANTI?
Essi sollevano l'alunno da una prestazione resa difficoltosa dal disturbo.L'uso degli strumenti non facilitano assolutamente il compito cognitivo.Le mappe , ad esempio, aiutano semplicemente a ricostruire il percorso di studio ma il ragazzo deve comunque impegnarsi per capire e interiorizzare il contenuto.

La dottoressa ha poi fatto una carrellata degli strumenti dispensativi e delle modalità di verifica e valutazione.
I progressi devono essere valutati in itinere e non devono esserci verifiche scritte per le discipline orali. Le interrogazioni devono essere programmate per consentire al ragazzo di prepararsi in modo adeguato e affrontare la propria ansia.Durante le interrogazioni dev'essere concesso l'uso delle mappe che si è costruito duranto lo studio, l'uso delle cartine e di eventuali immagini .In L2 bisogna prevedere delle interrogazioni orali al posto dello scritto. Le prove di verifiche, soprattutto per disgrafici e disortografici devono essere fatte con risposte multiple, close oppure V/F al fine di eliminare tutti quegli aspetti della scrittura che potrebbero compromettere l'esito della prova. Se i tempi a disposizione per le prove sono ridotti prevedere una riduzione degli esercizi da fare, altrimenti concedere più tempo, in questo è l'insegnante che si deve regolare.
Molto importante è il patto con al famiglia che deve prevedere l'organizzazione dei compiti a casa, l'eventuale intervento di un tutor, la gestione del diario e del materiale, l'uso degli strumenti

Al termine dell'intervento della dottoressa è stato dato spazio al dibattito.

Mio intervento

“Le pongo due interrogativi:
1- sul pdp laddove si parla di diagnosi posso inserire tutti i dati che ricavo dal documento rilasciato dagli specialisti? Non vado incontro a problemi di privacy?
2- gli obiettivi generali possono essere ridotti a obiettivi minimi qualora il mio alunno avesse un dsa grave con un importante deficit mnemonico

RISPOSTA1: “sì è possibile inserire i dati della diagnosi”
La Martini è intervenuta specificando che l'asl to4 sta preparando un documento che avrà due parti una con la relazione sul caso e le informazioni che i docenti potranno inserire nel pdp, l'altro con i dati sensibili (ad esempio coi risultati dei test e le deviazioni standard) che la famiglia deve tenere per sé. In ogni caso la famiglia, nel momento in cui firma il pdp accetta tutto ciò che c'è scritto, pertanto se qualche scuola ha riportato i dati delle deviazioni standard e la famiglia ha firmato significa che ha accettato che venissero riportate”

RISPOSTA 2: “sì, gli obiettivi possono essere ridotti se il bambino ha un dsa grave”

legge 170 convegno ivrea: parte 2

ALLEANZE COME FACILITATORE
dott.ssa Mascali Concetta, referente dsa regionale

EES.
La normativa parla di DSA, attualmente non ci sono norme specifiche sugli EES quindi ci si può trovare in difficoltà a capire come intervenire. Uno strumento in possesso delle scuole che può essere utile per la tutela degli EES è il DPR 275 sull'autonomia scolastica benché da quando le scuole sono autonome e hanno la facoltà di agire e decidere sembrano più insicure e dipendenti di prima.

CHE EFFETTO HA AVUTO LA L 170 SULLA SCUOLA?
ha migliorato il rendimento e l'inserimento degli alunni DSA
ha sensibilizzato la scuola, la famiglia, l'asl e l'opinione pubblica
ha promosso la ricerca e la formazione

CHE COSA DEVE FARE IL DOCENTE?
Il docente deve trovare le strategie specifiche ed è fondamentale che lavori insieme ai colleghi, alla famiglia e agli specialisti che si occupano del bambino.L'alleanza tra tutti coloro che si occupano del bambino DSA permette una valutazione coerente, completa e attendibile.

CHE COS'E' L'ICF?
L'ICF è un documento su cui vengono riportati dei descrittori che individuano le caratteristiche specifiche dei DSA, in questo modo sarà possibile individuare gli indici predittivi del disturbo specifico.

CHE COSA STA FACENDO LA REGIONE?
La regione sta progettando un percorso formativo rivolto a docenti e personale sanitario, sull'uso ICF. La formazione sarà triennale e le persone formate saranno abilitati a formare a cascata il restante personale della scuola e della sanità.

CIRCOLARI REGIONE PIEMONTE SUI DSA
CR 297 del 19/9/2008
CR 353 del 14/10/2010
LR 28 del 2007 sul diritto allo studio degli alunni DSA.

IL REFERENTE DSA
La figura del referente è una figura non obbligatoria ma consigliata.Molte scuole non le hanno in quanto sarebbe una figura in più da pagare con il fondo d'istituto.

INCIDENZA DEI DSA NELLE SCUOLE SECONDARIE
2,6% negli istituti professionali
1,3 % negli istituti tecnici
0,7% nei licei

GRUPPO COORDINAMENTO REGIONALE SUI DSA
Il gruppo è formato da:
Rappresentanti della Regione Piemonte
Rappresentanti dell'università
rappresentanti ANSAS
Rappresentanti AID Piemonte
Referenti DSA provinciali
Referenti DSA regionali
Si sta pensando di far nascere dei gruppi di lavori provinciali a cui partecipino il referente DSA regionale, i docenti dei diversi ordini di scuola e i dirigenti scolastici.

Gli obiettivi di questi gruppi di lavoro sono:
ricerca e formazione
condivisione dei saperi, delle idee e delle esperienze al fine di rispondere in modo concreto alle richieste della L 170.

ALTA FORMAZIONE
Per il mese di giugno, massimo settembre, è prevista la pubblicazione del bando per accedere al MASTER inerente la didattica e la psicologia per i DSA
Il master prevederà 1500 ore di cui la metà online. Il numero per accedere sarà chiudo e fissato intorno alle 100/150 persone che verranno selezionate secondo precisi criteri.. Il master sarà diviso in tre livelli: iniziale, intermedio e avanzato.La sede del master, molto probabilmente sarà a Savigliano (CN) e verrà previsto ¼ delle ore come tirocinio in scuole che devono ancora essere individuate.

CORSI DI FORMAZIONE
Oltre al master che darà comunque un titolo, ci saranno corsi organizzati dai vari CTS . In Piemonte ogni provincia ha un suo CTS.
I CTS organizzeranno formazione per:
le scuole che non hanno un referente
per i referenti DSA
per i docenti e i DS sulla normativa vigente

OBIETTIVI DELLA REGIONE 2011/12
Rilevazione esperienze e buone pratiche
rilevazione alunni DSA certificati presenti nelle varie scuole

OBIETTIVI A LUNGA SCADENZA
creazione di un osservatorio regionale sui DSA
formazione di un gruppo counseling di riferimento per docenti e genitori condotto da docenti esperti

QUALI SONO LE ALLEANZE INTESE COME FACILITATORI?
Alleanze con le biblioteche . Molte si stanno sensibilizzando sui DSA creando sezioni specifiche per i DSA con audiolibri, libri scritti col corpo 16, libri digitali, saggistica sui disturbi specifici.
Reti di scuole anche tra ordini di scuola diverse al fine di condividere i percorsi, le esperienze e i risultati utili ad accompagnare il ragazzo nel suo percorso formativo
incontri periodici tra referenti DSA dello stesso territorio
collaborazione con AID o associazioni presenti sul territorio

QUALI ALLENAZE DENTRO LA SCUOLA?
Alleanze tra colleghi per condividere strategie didattiche, ausili e protocolli
Commissione DSA . In molte scuole è formata dal referente, il dirigente e i genitori
collaborazione tra scuola e famiglia (si concorda il processo formativo con la famiglia, le modalità di svolgimento dei compiti, della possibilità di individuare un compagno tutor che lo aiuti a segnare i compiti sul diario...)
in classe l'insegnante individua un compagno tutor
crea alleanze con il ragazzino dsa
lavora sulle dinamiche della classe affinché il disturbo specifico e l'uso degli strumenti sia accettato e compreso dall'intero gruppo classe.

RUOLO DEL REFERENTE DSA
Il referente è sostanzialmente un mediatore, il genitore si rivolge a lui quando viene a mancare la comunicazione con gli insegnanti di classe e ci sono dei problemi nelle dinamiche relazionali e nell'applicazione della legge.
Altro compito del referente è quello di informare i colleghi sulle inizitive di formazione, fornire materiale specifico, curare l'eventuale biblioteca DSA del Circolo. Partecipa alle riunione con gli operatori sanitari del territorio tenendo alleanze. Si confronta e tiene i contatti con le altre scuole del territorio. Cerca di sensibilizzare colleghi e famiglie sulla tematica dei disturbi specifici.

Al termine dell'intervento della dott.sa Mascali è stato dato spazio al dibattito
Il mio intervento

“Per quanto concerne la formazione io sono dell'idea che dovrebbe essere resa obbligatoria in considerazione del fatto che i DSA rappresentano il 4% della popolazione scolatica e ogni classe ne ha almeno uno pertanto tutti gli insegnanti durante la loro carriera si troveranno ad affrontare il problema.Una formazione obbligatoria costringerebbe tutti a porre attenzione al problema. Le modalità possono esser le più disparate ad esempio per il personale sanitario esistono dei crediti. Si potrebbe pensare a una progressione di carriera legata alla formazione....”

RISPOSTA1: “la formazione obbligatoria costringerebbe solo le persone a star sedute e non ascoltare perchè se non c'è interesse non c'è interiorizzazione. Il sistema dei crediti è un sistema che nel pubblico non funziona perchè non ci sono i soldi per incentivare in modo adeguato le persone . Oggi noi spendiamo più di quanto ci viene rimborsato” (Risposta della Dott.sa Martina, dipendente pubblica sanitaria)

Alla Martini rispondo che sicuramente nel numero ci sarebbero persone disinteressate difficili da sensibilizzare, ma questo avviene in qualunque ambiente. Credo però che una formazione obbligatoria e un controllo severo da parte delle istituzioni, a partire dai dirigenti, obbligherebbe tutto il personale della scuola a lavorare con attenzione, a porsi delle domande sui processi di insegnamento-apprendimento, a studiare e applicare la legge. L'obiettivo non è rendere felici e soddisfatti gli insegnanti, l'obiettivo è garantire il diritto allo studio degli alunni DSA che, come ha detto Ghidoni sono una ricchezza della specie umana, ma dall'altra parte, l'alta percentuale rappresenta un'emergenza epidemiologica che non dev'essere ignorata.

RISPOSTA 2: La dott.sa Mascali risponde che non è così semplice rendere obbligatoria la formazione.
Rispondo che di sicuro non lo è ma se le istituzioni, mentre pensano alla normativa si domandano anche qual è il grado di formazione dei singoli docenti, possono arrivare alla conclusione che la formazione obbligatoria è un provvedimento obbligato e necessario affinchè il diritto allo studio diventi reale. E' evidente che ai convegni sui DSA sono presenti doventi sensibili che attuano le leggi e mettono in pratica tutto quanto è consigliabile fare, ma se si fa un'indagine concrreta sulla percentuale dei docenti di ogni singolo circolo ci si rende conto che è un buco nell'acqua. Solo per quanto concerne il convegno di oggi, che non richiede un particolare impegno, su due circoli in cui ho lavorato e di cui conosco gli insegnati sono presenti, due persone di uno e 3 dell'altro...numeri davvero ridicoli per credere che si possa risolvere qualcosa a livello di sensibilità tra il personale scolastico.

sabato 21 gennaio 2012

CONVEGNO LEGGE 170 . IVREA

Oggi si è tenuto il convegno sulla legge 170, presso le officine H d'Ivrea.
Sono intervenuti diversi specialisti del settore, tra cui il prof Ghidoni membro del comitato MIUR per la legge sui DSA
La dottoressa Martini della NPI dell'asl TO4 ha proiettato i dati relativi alle diagnosi DSA e all'invio di alunni ai servizi, di questi ultimi anni.. L'ASL TO4 è tra le poche che è in grado di garantire una certa omogeneità d'intervento in quanto al suo interno operano specialisti diversi dal NPI alle logopedisti.Uno degli aspetti positivi della legge sui DSA è che ha sensibilizzato la scuola verso questi disturbi e obbliga le asl a rilasciare le diagnosi.

QUAL E' IL PERCORSO DIAGNOSTICO PER I DSA?



Questo è l'iter che si segue quando si viene inviati all'asl per un'indagine più accurata circa le difficoltà scolastiche.


  1. Accoglienza da parte del NPI


  2. Valutazione neurologica


  3. valutazione cognitiva


  4. Approfondimento per sospetto DSA


  5. Formulazione della diagnosi secondo la Consensus Conference


  6. Restituzione diagnosi e proposta di trattamento


L'asl TO4 collabora anche con i professionisti privati in quanto la Circolare Regionale ha dato disposizioni in merito a quanto affermato dalla legge, ossia ha legiferato in merito alle diagnosi rilasciate dai centri accreditati. Poiché l'ASL non riesce a far fronte a tutte le richieste e spesso diventa importante la precocità d'intervento viene consigliato all'utenza, se può, di rivolgersi al privato e di portare la diagnosi per la convalida. La regione Piemonte, a tal fine, ha istituito una commissione denominata UMVD composta da più specialisti (NPI, psicologi, logopedisti) che hanno il compito di valutare le diagnosi dei privati accertando che siano state fatte secondo i criteri stabiliti dalla legge e che riportino il tipo di test utilizzato per la diagnosi e le deviazioni standard. Se il percorso è stato seguito correttamente la commissione convalida la diagnosi.
La diagnosi DSA viene rilasciata alla fine della 2 elementare mentre prima può essere emesso un certificato di DA, cioè di disturbo dell'apprendimento che è diverso dal disturbo specifico..
Le asl rilasciano anche la diagnosi di EES, ossia di bisogni educativi speciali che sono un contenitore di cui fanno parte anche i DSA. Il bambino con certificato di EES necessita di un percorso specifico con facilitazioni. Tale percorso dev'essere tarato sul tipo di difficoltà.
La dottoressa Martini ha poi specificato che il QI si considera nella norma da 70 in su. Tra i 70 e gli 84 si ha un'intelligenza al limite e il bambino è considerato borderline.



PROF GHIDONI



Il Professorn Ghidoni ha illustrato la L 170 ponendo l'attenzione sui punti di forza e debolezza della legge stessa.


Attualmente è stato emanato un solo decreto attuativo della legge che riguarda esclusivamente tutti gli ordini di scuola. Il secondo decreto sarà pubblicato a breve e darà indicazioni precise su :



  1. linee guida per lo screening




  2. interventi per l'individuazione dei segnali predittivi nella scuola dell'infanzia




  3. interventi per la scuola primaria




  4. accordo per indicazioni al problema della diagnosi e certificazione diagnostica. In particolare indicherà i tempi entro cui emettere la diagnosi e prendere in carico i bambini (non più di 4 mesi per emettere la diagnosi)




  5. criteri per l'individuazione dei centri accreditati




  6. elenco degli elementi che devono essere previsti nella certificazione diagnostica


La mancanza di questo secondo decreto sta creando delle criticità in molte regioni italiane in quanto vengono accettate solo le diagnosi rilasciate dalle asl, le vecchie diagnosi non hanno più valore e devono essere rifatte. Tutto ciò sta intasando il servizio sanitario ce fatica a far fronte alle richieste. Alcune regioni, tra cui il Piemonte, invece, sono intervenuti con leggi regionali proprie che hanno dato indicazioni sulle diagnosi, come previsto dalla legge. La regione Piemonte ritiene valide quelle rilasciate prima della legge e quelle dei centri privati purchè convalidate dalla commissione UMVD



La legge dà una definizione di DSA



I DSA riguardano il 3% della popolazione scolastica, questo li rende un'mergenza epidemiologica di massa.
.
I DSA sono delle entità di carattere sanitario in quanto sono alterazioni della funzione di determinate aree cerebrali che servono per le funzioni di lettura e scrittura.


I DSA sono una neurodiversità che costituisce una ricchezza della specie umana. I DSA, però possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana.


Esiste un'ambiguità dello status dei DSA perchè da un lato interessano la sanità da un punto di vista diagnostico mentre dall'altro l'intervento coinvolge la scuola perchè è di tipo pedagogico-didattico.


La scuola, quindi, fa la parte da leone e ha un ruolo fondamentale.



CHE COSA FA LA SCUOLA QUANDO SI RENDE CONTO CHE C'E' UN PROBLEMA?



Dopo aver progettato e attivati adeguati percorsi di recupero e aver verificato che non ci sono stati miglioramenti significativi, la scuola convoca la famiglia consigliando di rivolgersi a uno specialista per approfondire l'origine del problema. Le modalità di comunicazione sino lasciate all'autonomia scolastica. Ci sono scuole che hanno preparato un documento apposito col quale le famiglie vengono informate della necessità di rivolgersi a uno specialista. Altre scuole decidono di informare solo verbalmente.Naturalmente una comunicazione scritta può essere messa agli atti della scuola ed essere la dimostrazione che la scuola si è mossa di fronte al problema. Quali sono le parole migliori per dirlo? Bisogna essere sinceri e trasparenti spiegando che nonostante le attività mirate di recupero non ci sono stati miglioramenti.La famiglia può decidere di non proseguire, allora la scuola deve accettare queste decisioni, non può imporre un percorso diagnostico, però deve informare che qualora le difficoltà dovessero persistere il bambino non potrà essere tutelato in sede d'esame e di INVALSI, in quanto se non c'è una diagnosi non si può applicare la legge


.
FLESSIBILITA' DIDATTICA


la flessibilità didattica significa supportare i bambini in difficoltà con gli strumenti. Se il bambino può utilizzare gli strumenti adeguati riesce ad apprendere.


Gli obiettivi devono restare gli stessi del gruppo classe, ciò che cambiano sono la metodologia e gli strumenti.


L'esonero alla lingua straniera deve'essere richiesta solo in casi gravissimi in quanto se c'è l'esonero non può essere rilasciato un diploma. Il ragazzo, però, può essere dispensato dalla lingua scritta e compensare con le interrogazioni orali, attraverso le quali può dimostrare comunque il raggiungimento degli obiettivi e l'acquisizione delle competenze.


CHE COSA E' ACCADUTO DOPO LA LEGGE?



  1. Emanazione del decreto attuativo 5969

  2. linee guida

  3. schede di lavoro (non ancora pubblicate)

  4. 2° decreto attuativo sulla salute (non ancora emanato)



LA LIBERTA' D'INSEGNAMENTO



La libertà d'insegnamento dev'essere rispettata ma il docente stesso deve basare tale libertà anche sulle conoscenze scientifiche . Fino a diversi anni fa andava di moda il metodo globale per l'apprendimento della lettura e della scrittura ma poi è stata dimostrata la sua inefficacia in quanto non era un vero metodo di lettura e creava diverse difficoltà nei bambini con un DSA latente. In Francia questo metodo è stato bandito per legge. Studi recenti hanno dimostrato che il metodo migliore è quello fonico sillabico.



Dopo l'intervento deL Prof Ghidoni è stato dato spazio al dibattito ed io sono intervenuta con una domanda che attendevo di fare da tempo a qualche esperto di DSA



“Ci sono dei riabilitatori della scrittura che ritengono il corsivo il carattere di scrittura migliore che va insegnato sin dai primi giorni della scuola primaria. Le motivazioni addotte da tali esperti è che il corsivo è più spontaneo per il bambino in quanto legato allo sviluppo di una determianta zona cerebrale chiamata il Pallido e perchè tale tratto è molto simile allo scarabocchio che è il primo gesto grafico compiuto dal bambino. Il problema è che le loro affermazioni sono in netto contrasto con quanto affermato da sempre dagli specialisti DSA e ciò crea molto confusione in noi insegnanti che non sappiamo come comportarci, quale carattere insegnare per prima. Quindi le chiedo le motivazioni per cui voi ritenete piu' utile e migliore lo stampatello a differenza del corsivo e cosa ci consiglia di fare, dato che le diagnosi dsa vengono rilasciate a fine seconda ma noi dobbiamo insegnare a scrivere in 1. Inoltre noi non sappiamo chi, in classe 1, è potenzialmente un dsa




Risposta: lo stampatello è ritenuto il carattere migliore per imparare a scrivere in quanto i caratteri sono staccati e le lettere ben distinte le une dalle altre pertanto viene facilitato il riconoscimento fonologico. Utilizzando da subito lo stampatello vengono ridotti i casi di disortografia grazie a questa maggiore capacità di discriminazione. Nel corsivo non è possibile perchè le lettere sono concatenate tra loro ed è difficile distinguerle, soprattutto se un bambino è disgrafico.



Il consigio è quello di presentare un carattere per volta partendo dallo stampatello.